Articoli curiosità e informazioni generali sulle emozioni

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Senso di colpa o vergogna riconoscere le differenze

Senso di colpa o vergogna

Senso di colpa e la vergogna pur essendo due emozioni che si rifanno a concetti morali, sono emozioni assai differenti.

Proviamo a pensare quando mi sono sentito in colpa l’ultima volta? Come ho espresso questo sentimento verbalmente? “Mi sento in colpa per aver ……” probabilmente è questa l’espressione che avrete utilizzato.

Invece la vergogna come vi è capitata di raccontarla? “ mi sono vergognato di essere……”

Differenze tra senso di colpa e vergogna

Il senso di colpa fa riferimento a qualcosa di specifico che si è fatto di sbagliato, quindi ad un azione in particolare es “mi sento in colpa per aver mentito l’altro giorno”

Senso di colpa, vergogna, psicologo milano psicologa milano psicoterpaia psicoterpaia cognitivo comportamentale emozioniLa vergogna invece è un emozione che mette in discussione una parte di sè del proprio essere es “ mi vergogno di essere un mentitore” in questo caso mi giudico non per la singola azione ma per una parte nucleare di me stesso quindi nelle esempio riportato esprimento di essere sono un mentitore mi sto anche giudicando una una brutta persona in generale.

Il senso di colpa se non schiacchiante è un’emozione positiva che permette alla persona di realizzare di aver fatto qualcosa di sbagliato, ed aiuta a reagire in modo propositivo per rimediare quanto fatto.

La vergogna al contrario meno frequentemente ha un connotato positivo, infatti quando siamo convinti di essere sbagliati per qualche motivo pensiamo anche di non poterci fare nulla di essere fatti cosi. La vergogna si vive più frequentemente in solitudine, si tende a cercar di passar inosservati o a voler essere trasparenti in molte o alcune situazioni.

Per di piu una vergogna profonda puo generare anche rabbia, rabbia per il semplice fatto di vergognarsi di come si è e di non saper cambiare quell’aspetto nucleare di noi stessi che non riusciamo o pensiamo di non poter cambiare.

Se sei interessato all’argomento e desideri maggiori informazioni su come superare queste emozioni lascia un commento o scrivimi all’indirizzo dr.bottasini@gmail.com

Chiedere è vergogna di un momento, non chiedere è vergogna di una vita.

Proverbio giapponese

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Vergogna perché? come mai mi vergogno!

o. Vergogna da cosa nasce

La vergogna è emozione secondaria, ossia e un’emozione complessa, più strutturata rispetto alle altre. E’strettamente correlata alla percezione che si ha di se stessi.

L’emozione della vergogna nasce da alcune convinzioni che abbiamo su noi stessi come ad esempio “Io sono una persona viziata, inadeguata, sbagliata, cattiva, senza importanza, immeritevole o non abbastanza buona.”
Queste credenze  le acquisisci durante l’arco della vita attraverso diverse esperienze, perlopiù durante l’infanzia ma non solo. Queste ci fanno credere che ci sia qualcosa di sbagliato in noi, qualcosa di cui vergognarsi appunto. Il risultato di ciò è di non sentirsi visto, amato, apprezzato e capito.   Eccone un esempio: ci sono bambini a cui per un azione sbagliata è stato detto chiaro e tondo che non erano a posto – che erano stupidi, cattivi o immeritevolialtri bambini hanno concluso che c’era qualcosa di sbagliato in loro dal modo in cui sono stati trattati. In questi esempil bambino coglie di essere sbagliato lui, quando frequentemente è l’azione ad essere stata scorretta, quindi un aspetto specifico e non lui nella sua interezza.

Detto questo si può comprendere che la funzione della vergona è quella di assicurare che alcune nostre caratteristiche non vengano percepite e viste dagli altri perchè considerate da noi stessi sbagliate, si evince quindi l’importantissimo ruolo a livello sociale.

Cause principali della vergogna

Ci sono altre innumerevoli cause per le quali si sperimenta vergogna.

Infatti ognuno possiede degli aspetti che considera delle vulnerabilità o dei difetti, che siano interiori o esteriori, e per quelli più importanti proviamo vergogna.

Le piu frequenti possono essere le seguenti:

  • Quando si fa qualcosa di inopportuno
  • per i complimenti che si pensa non meritare
  • per la mancanza di competenze
  • quando hanno liti con le persone importanti
  • quando ci si vergonga per qualcun altro
  • a volte ci si vergogna di vergognarsi
  • quando apparteniamo ad un gruppo del quale non condividiamo aspetti importanti come ad es della propria famiglia

Qualunque sia la motivazione per cui puoi provare quest’emozione se duratura è estremamente dolorosa.

E’ un’emozione complessa e difficilmente la puoi sperimentare in modo esclusivo ma è accompagnata da altre emozioni come tristezza, ansia, rabbia, colpa, imbarazzo. Non dimenticare che la vergogna viaggia insieme a pensieri come il fallimento, l’annullamento o disistima.

Uno psicologo ma soprattutto uno psicoterapeuta può aiutare a suparare il disagio che provoca quest emozione. Presso il mio studio troverete comprensione ascolto e una chiave per superarlo, ma la cosa importante e che troviate, e  non importauna dove, una chiave per affrontare la vergogna per vivere al meglio la vita. Si puo cambiare questa parte di sè!

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Vergogna un’emozione da gestire

La vergogna è un’emozione complessa che permea passato, presente e futuro. La sua rilevanza è tale che, se vissuta in modo intenso e cronico, può essere paragonata a gravi malattie organiche.

Questa emozione coinvolge l’intero organismo, influenzando il versante psicologico, emotivo, relazionale e spirituale. La sua presenza contaminante modifica la percezione di ciò che è positivo o negativo nell’ambiente circostante.

In un percorso individuale, avrai l’opportunità di esplorare in profondità e affrontare la vergogna, gestendo le sue implicazioni sulla tua vita, salute mentale e benessere. Se sei interessato puo vedere le mie disponibilità sul calendario degli appuntamenti

.Vergogna, psicologo milano, gestione emozioni, nascondere le emozioni colpa terapia cognitivo comportamentale psicoterapia Quando ci vergogniamo desidereremmo scomparire dallo sguardo altrui, oppure vorremmo tanto far sparire quel aspetto che giudichiamo sbagliato di noi stessi. Potremmo descriverlo come un senso di nudità, un essere stati scoperti per qualcosa che si è commesso o per quel che si è.

La vergogna come emozione

L’emozione della vergona è spesso accompagnata da pensieri di inferiorità e dal timore di essere giudicati negativamente, dall’essere diversi da come si vorrebbe, tant’ è che se condiamo la vergogna con una scarsa autostima, si corre il pericolo di una minaccia alla propria identità, ma anche di un isolamento sociale, relazionale e comunicativo che in un secondo momento potrebbe essere accompagnato da episodi d’ansia e depressione.

Vergognarsi è importante e normale, va ricordato infatti che quest’emozione è universale, lo stesso Darwin ne ha parlato nel 1872 nel suo libro “ L’espressione delle emozioni negli uomini e negli animali”

A cosa serve la vergogna

È anche grazie a quest’emozione che siamo in grado di provare empatia, provate a pensare alla frase “ mi vergogno per lui”, cosa ci dice? Prima di tutto che ci siamo immedesimati nell’altro, quindi che siamo empatici, ma ci informa che qualcosa ad esempio un azione, un comportamento o un tratto fisico è inadeguato nella situazione.

La vergogna è stata definita anche come l’emozione dell’autoconsapevolezza, in quanto è proprio essa che ci permette di assicurarci che nessuno venga a conoscenza di quegli aspetti di noi stessi “sbagliati” che potrebbero pregiudicare la nostra appartenenza ad un gruppo.

Un esempio è quando ci si vergogna di aver tradito, sappiamo e giudichiamo l’azione scorretta, e se scoperta pregiudicherebbe la relazione con l’altro.

La negatività e il criticismo sono condizioni che aumentano l’intensità della vergogna e spesso queste caratteristiche appartengono al nostro modo di essere, al modo in cui vediamo le cose. Per questo la vergogna diviene un’emozione che si subisce silenziosamente e che può divenire molto dolorosa.

Vergogna e Psicoterapia

La psicoterapia è un mezzo molto potente che non ha la pretesa di cambiarci radicalmente ma che dà la forza attraverso l’introspezione di trasformare questa come altre emozioni in una risorsa per vivere al meglio la vita.

Lo psicologo ma soprattutto lo psicoterapeuta attraverso le sue competenze specialistiche vi aiuterà ad esplorare il vostro vissuto, le cicatrici che questa o altre emozioni hanno lasciato. In particolare la terapia cognitivo comportamentale ( quella utilizzta presso il nostro studio Psicologo a Milano) si avvale non solo dell’ascolto ma di tecniche comportamentali efficaci per affrontare la difficoltà.

La psicoterapia è da considerare un viaggio non solo per la mente ma anche per il corpo che cambia con le emozioni che si vivono. Pensando proprio alla vergogna come disegnereste il vostro corpo che sperimenta questa emozione?

Affrontare un percorso in cui si parla di ciò di cui ci vergognamo è il primo passo per tornare ad essere padroni di sè, smettere di viver in solitudine quest’emozione e trasformarla in qualcosa di attivo!

È volersi bene.

Rabbia – Gestire la Rabbia

Controllare la rabbia

Per affrontare emozioni intense come la rabbia è possibile applicare semplici tecniche di rilassamento come la respirazione profonda diaframmatica, il rilassamento muscolare, il rilassamento per immagini. Queste tecniche una volta imparate ed applicate correttamente possono essere utilizzate in ogni occasione  in cui i sentimenti di rabbia hanno il sopravvento. Ci si può rivolgere a psicologi cognitivo comportamentali i quali non solo vi insegneranno le tecniche da applicare al bisogno ma vi insegneranno anche tecniche cognitive utili per comprendere le ragioni profonde della vostra rabbia. Oppure esistono libri o corsi specifici che insegnano queste tecniche.

Gestire la Rabbia con Tecniche Cognitive

Le tecniche cognitive tendono ad esplorare il nostro modo di pensare tenendo conto delle situazioni, dei pensieri e delle emozioni che viviamo istante per istante. Le persone irascibili hanno la tendenza ad utilizzare un linguaggio colorito che riflette spesso il pensiero interiore. Provare a sostituire alcuni  di questi pensieri disfunzionali (con uno psicologo che sa insegnare ed applicare la tecnica con metodo)  con pensieri più equilibrati può essere molto utile. Un esempio  potrebbe essere  una situazione in cui vi trovate e l’unico pensiero che avete in testa è “ sono rovinato, non ce la farò mai, è andato tutto nel verso sbagliato per colpa di….” Sostituirlo con un pensiero “ è frustrante, non ci voleva ed è comprensibile che io sia arrabbiato, ma non è la fine del mondo ed arrabbiarsi non risolverà comunque il problema”. Se con il primo pensiero la rabbia aveva un valore già abbastanza alto, supponiamo circa il 70/80%, con il secondo pensiero i sentimenti di rabbia diminuiscono al 40% un valore più accettabile e gestibile.

Quando si è in situazioni difficili in cui capita di arrabbiarsi spesso dentro di noi usiamo termini come “mai” “ sempre”, queste parole esprimono un certo rigore e  rigidità verso noi stessi e la situazione. Se da una parte servono a giustificare la rabbia dall’altra non aiutano a risolvere il problema e capita  anche che peggiorino il rapporto con chi potrebbe essere disposto ad aiutarvi a trovare una soluzione.

Rabbia controllo in situazioni e poblemi concreti

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Spesso  la rabbia e i sentimenti di frustrazione sono causati da problemi concreti e reali che fanno parte della vita.  Infatti non sempre la rabbia è un sentimento fuori luogo ma è un espressione sana in risposta a delle difficoltà. Talvolta  a rendere più complicate alcune situazioni vi è la convinzione culturale che per ogni problema esiste una soluzione, ma non sempre è cosi. In queste situazioni l’atteggiamento migliore non è quello di concentrarsi su una soluzione ma su come  riuscire a gestire ed affrontare il problema.

Rabbia gestirla con una comunicazione migliore

Le persone facilmente irascibili tendono a saltare a conclusioni estreme o ad agire in maniera incontrollata.  Una delle prime cose da fare quando ci si trova in conversazioni  accese è di rallentare e osservare attentamente le proprie risposte. Cercare di non dire mai la prima cosa che viene in mente ma riflettere su quello che stiamo per dire. Allo stesso tempo è bene ascoltare attentamente quello che l’altra persona sta dicendo, facendo ciò si ha tutto il tempo necessario prima di rispondere in modo inappropriato.

L’ascolto è un altro elemento molto importante nelle espressioni  di ira. Quando qualcuno esprime una critica su di noi  è normale provare sensazioni di frustrazione, agitazione e rabbia. In questi casi non bisogna dimenticarsi che lo scopo delle critiche non è necessariamente negativo, infatti sono fatte generalmente da persone che tengono a noi. Tener presente questo aspetto consente di assumere un atteggiamento costruttivo . Talvolta  l’uso dell’umorismo  contribuisce a disinnescare la rabbia e aiuta a mantenere un punto di vista più equilibrato.

Rabbia – rabbia repressa consigli

Il tempismo: alcune conversazioni che scatenano sentimenti di rabbia si svolgono quasi sempre negli stessi orari, tipicamente quando si è stanchi, distratti o nervosi.  Si pensi a quelle conversazioni con il proprio compagno/a che solitamente avvengono di sera  dopo una lunga giornata.  Gli argomenti trattati  a volte possono essere importanti. Cambiare abitudine e spostare le conversazioni che ci rendono più suscettibili alla rabbia in altri momenti della giornata in cui si è più tranquilli, potrebbe essere una soluzione o una condizione che migliora la gestione della rabbia.

Evitare:  a volte si presentano situazioni che fanno esplodere la rabbia. È importante tener presente che le situazioni non sono sempre modificabili. L’aspetto su cui bisogna focalizzarsi  non è la situazione oggettiva ma l’attenzione va spostata su sé stessi.  Comprendere cosa esattamente ci fa sperimentare le emozioni.
Esempio:  il disordine nella stanza ( di un collega, di un figlio, di un patner) ti rende furioso. Il comportamento corretto sarebbe mantenere la calma perché ci si è soffermati su di sé e non sul comportamento altrui.

Troverete una spiegazione della rabbia dal punto di vista picologico nel post successivo –> segue

Dr.ssa Valentina Bottasini
Psicologa Clinica
Studio Psicologo a Milano
www.psicologoamilano.com

Rabbia una spiegazione psicologica

Rabbia,  Che cos’è ?

La rabbia è un sentimento comune di cui tutti noi abbiamo fatto esperienza sia come semplice e fugace fastidio sia come vera esplosione di rabbia.

Proprio per questo è un emozione normale e sana che fa parte della natura umana. Nonostante ciò questo sentimento può trasformarsi in un elemento distruttivo nel momento in cui diviene un emozione incontrollata. Infatti può causare problemi, sul lavoro, nei rapporti personali, e ridurre la qualità della propria vita. In molti casi la rabbia ha il potere di farci sentire in balia dell’emozione e della situazione, è un sentimento percepito come imprevedibile e potente che ci può sopraffare.

La natura della rabbia

La rabbia è “uno stato emotivo che varia di intensità da lieve irritazione alla furia intensa e rabbia”, secondo Carlo Spielberger, uno psicologo specializzato nello studio di questa emozione. Come per altre emozioni, è accompagnata da cambiamenti fisiologici e biologici. Quando ci si arrabbia la frequenza cardiaca e pressione sanguigna tendono a salire, così come i livelli degli ormoni dell’energia (l’adrenalina e noradrenalina).
Può essere causata sia da eventi esterni che interni. Tra le cause esterne potrebbe esserci una persona specifica (come un amico, un collega, un supervisore) oppure un evento (un ingorgo nel traffico, un volo cancellato). Tra le cause interne che la scatenano potremmo trovare un eccessiva preoccupazione o rimuginio sui problemi personali che non trovano soluzione o che si presentano come costanti. Una altra causa potrebbe essere condotta a ricordi di eventi traumatici.

Come si espirme?

Il modo più naturale che abbiamo di esprimere rabbia è  spesso quello di esprimerci  in modo aggressivo, sia verbalmente che con azioni. quest’emozione è una risposta naturale ed adattiva che ci permette ci difenderci nel momento in cui siamo attaccati o percepiamo una minaccia reale, verso noi stessi o verso chi per noi è importante. Una certa quantità di rabbia è quindi necessaria ed importante per la nostra sopravvivenza.

In ogni caso le norme sociali e il senso comune ci pongono dei limiti nell’espressione di questa emozione, infatti non ci possiamo scagliare fisicamente contro ogni persona che ci irrita o infastidisce.

Le persone per questo adottano diversi tipi di processi sia a livello consapevole che inconsapevole per gestire i sentimenti di natura rabbiosa. Tre sono le principali strategie utilizzate:

L’espressione della rabbia: esprimere i propri sentimenti assertivamente e non aggressivamente è la modalità più sana  di esprimere questo sentimento, in quanto significa essere rispettosi di sé stessi e degli altri.

La repressione della rabbia: la repressione ha come obiettivo per il soggetto di sopprimere il sentimento spostando l’attenzione su qualcos’altro di più costruttivo. La pericolosità di questo atteggiamento è nella mancata espressione esterna del sentimento che si ripercuote in una dimensione interiore causando talvolta ipertensione o depressione o un disturbo del comportamento  passivo- aggressivo.

Tranquillizzarsi: è possibile controllare i propri sentimenti di rabbia all’interno di noi stessi tranquillizandosi. Questo comporta un estremo controllo sia a livello esteriore che interiore, e quindi l’adozione di tecniche specifiche.

L’obiettivo della gestione della rabbia è quello di ridurre i sentimenti emotivi e l’eccitazione fisiologica che provoca la rabbia. Non essendo possibile eliminare, o evitare, le cose o le persone che provocano rabbia,  né è possibile cambiarle,  si può solo imparare a controllare le proprie reazioni.

Perché alcune persone si arrabbiano  più di altre?

psicologo milano, studio psicologico, gestione rabbia, controllo rabbia, TERAPIA COGNITIVO COPORTAMENTALE, propbemi di copppia, emozioniAlcune persone si arrabbiano più facilmente e più intensamente rispetto ad altre. Ci sono persone che mostrano la loro rabbia in modi spettacolari ad alta voce, ed altre che sono costantemente irritabili e scontrose.

Le persone  piu inclini all’ira hanno generalmente una bassa tolleranza alla frustrazione, ossia  spesso pensano che non avrebbero dovuto essere sottoposti alla frustrazione, al disagio o al fastidio.  Difficilmente possono prendere le cose con tranquillità, sono particolarmente sensibili se la situazione sembra in qualche modo ingiusta. Un esempio potrebbe essere la correzione ad alta voce di un piccolo errore.

Quali sono le cause che rendono più suscettibili a quest’emozione?

Le cause possono essere molteplici. Una causa può essere genetica o fisiologica. Un altro può essere socio-culturale. La rabbia è spesso considerata come un emozione negativa, frequentemente viene insegnato che  esprimere  emozioni come ansia, tristezza, o altre emozioni va bene ma non esprimere la rabbia. Di conseguenza, non sempre imparariamo a gestirla o incanalarla in modo costruttivo. La ricerca suggerisce che il background familiare ha un ruolo fondamentale. Tipicamente, le persone che sono facili all’ira provengono da famiglie che sono dirompenti, caotiche.

Esprimere la rabbia e lasciarla andare

Alcune persone pensano che lasciarsi andare ad esplosioni di rabbia si meglio che trattenerla. Per questo usano questa loro teoria per legittimare i propri atti collerici. La ricerca ha scoperto che “lasciarsi andare ad  ed esprimere la rabbia può intensificare l’aggressività e non  contribuisce in alcun modo a risolvere la situazione o l’arrabbiatura verso una persona.

Gli psicologi e la scienza  suggeriscono che la cosa migliore che si possa fare per controllare questa emozione sia capire che cosa la scatena a livello profondo per saper riconoscere gli elementi attivanti e sviluppare strategie specifiche  per  gestirla nel miglior modo possibile.

Strategie per affrontare la Rabbia –> link

Dr.ssa Valentina Bottasini
Psicologa Clinica
Studio Psicologo a Milano
www.psicologoamilano.com